
Veronica Dambr, quella che si trucca con il cibo
Alla soglia dei 100 mila followers su tik tok ho deciso di raccontare com’è nata questa rubrica divertente sulla piattaforma del momento popolata da ragazzini, balletti e video che diventano virali inaspettatamente.
Come mi è venuto in mente di truccarmi con materiali insoliti come il cibo?

Quando ho scaricato TikTok mi sentivo un pesce fuor d’acqua, nei miei “per te” vedevo tantissimi ragazzini che facevano dei meravigliosi balletti e pensavo che non fosse il posto giusto per una ragazza che non ha questa passione per il ballo. Poi, utilizzandolo sempre di più, il social ha imparato a conoscere i miei interessi e nella home page cominciavano a uscire video stupendi di persone che componevano dei makeup davvero fantastici. Allora ho provato, inizialmente, ad emularli truccandomi con prodotti tradizionali, ma il numero delle visualizzazioni era sempre basso. 100 visualizzazioni erano il massimo a cui potevo ambire. Così mi son chiesta “Come posso entrare in questa categoria di video differenziandomi?” e in una domenica mattina estiva super noiosa, ho aperto la mia credenza, ho azionato il video, ho preso delle spezie come la curcuma, la paprika dolce, il cacao, ma anche la farina, la nutella, il miele e ho iniziato a truccarmi in cinque minuti con prodotti che normalmente si usano per altro. L’ho pubblicato su tik tok ed è immediatamente esploso. Mai avrei immaginato arrivasse ad un milione e duecentomila visualizzazioni.
Se il primo video l’ho girato per divertimento/noia perché ho deciso di continuare?

Ho capito il potenziale che questi video potevano avere e ho fatto nascere una rubrica di differenti appuntamenti giornalieri in cui, attraverso il cibo, ricreavo il makeup di diverse civiltà antiche che in anni passati utilizzavano prodotti tossici per abbellirsi, quindi ho portato in un video divertente anche un po’ di storia e cultura.
Uso il cibo non solo per truccarmi, ma anche per curare pelle e capelli. Dove trovo le ricette?

Ad un certo punto le idee iniziano a scarseggiare, quindi ho esteso l’utilizzo del cibo ad altre cose, come per esempio i capelli. In realtà è un qualcosa che adoro fare da sempre. Ho avuto un’esperienza bruttissima con un parrucchiere che qualche anno fa mi fece una decolorazione così forte che mi bruciò il cuoio capelluto, mi uscirono delle bolle, delle croste, mi si assottigliarono i capelli, non crescevano più e quando utilizzavo prodotti del supermercato urlavo dal dolore perché, ormai, la mia pelle era diventata delicatissima. Quindi ho cercato delle ricette casalinghe e rimedi della nonna affidandomi alla cultura olistica scoprendo un mondo che non pensavo esistesse. Una mia amica cinese che aveva dei capelli lunghissimi, neri, luminosi mi consigliò di utilizzare un ingrediente tipico della sua cultura: l’acqua di riso. Sorprendentemente i miei capelli acquistarono spessore, lucentezza e iniziarono a crescere in modo sano.
Come ho gestito gli haters?

Con la visibilità arrivano sia persone che sanno cogliere la leggerezza dei miei video, sia persone che si sentono colpite nella propria professione (parrucchieri, estetiste), sia la persona che cerca di brillare spegnendo la luce altrui con commenti senza senso, spesso offensivi. Ho cercato più volte di spiegare il mio punto di vista, di far capire a chi mi segue che i miei video sono divertenti, spesso faccio degli esperimenti, metto in pratica usanze del passato (come il video della cenere sui capelli), ma ciò non significa che sia un consiglio da mettere in pratica perché so benissimo che queste ricette fatte in casa non sono bilanciate per quanto riguarda il ph della pelle e se sono sostanze aggressive non le consiglio o la butto sull’ironia per far capire che si tratta, in quel caso, di un video dimostrativo e non di un tutorial. Inoltre ci sono anche quelli che credono sia spreco di cibo, ma penso che lo spreco ci sia quando quel materiale venga buttato senza un criterio, un senso, una motivazione. I materiali biologici e naturali possono essere impiegati nella cura interna ed esterna la propria persona, non inquinano l’ambiente e non vengono testati sugli animali come spesso succede per prodotti da supermercato. Quando alcuni commenti sono frutto dell’ignoranza basta prenderli con ironia.
Nella mia quotidianità, quindi, uso sempre prodotti differenti dal cibo per truccarmi, lavarmi i capelli o curare la pelle del viso?

In realtà uso entrambe le cose, ma quando devo scegliere detergenti, shampoo, maschere, trucchi ecc. preferisco optare per prodotti biologici che non aggrediscono la pelle, non inquinano e non sono testati sugli animali, è una mia filosofia e scelta di vita per poter vivere in un mondo migliore.
Le persone, sui social network, mi conoscono solo per la rubrica “mi trucco con il cibo”?
No. Ho improntato il mio tik tok sull’arte: Make up, disegni, restauro di oggetti antichi, ma anche skin care e cura dei capelli perché semplicemente sono le mie passioni, i miei interessi.

Su instagram mi conoscono per questo e per molto altro: ho una rubrica intitolata “Salento Instagrammabile” in cui faccio scoprire il mio territorio alle persone che mi seguono; nelle stories faccio spesso dei sondaggi riguardanti la moda, il makeup, i viaggi oppure parlo della mia quotidianità, dei libri che mi piace leggere ecc. Instagram è la piattaforma in cui posso esprimere liberamente il mio personal brand e le persone mi seguono non solo per i contenuti che posto, ma anche e soprattutto per la mia personalità semplice, introversa, riflessiva, solitaria.
Su tumblr, invece, scrivo. Ho da sempre la passione per la scrittura e adoro condividere i miei pensieri con un altro tipo di pubblico.
Quali sono i miei sogni per il futuro?
Mi piacerebbe poter creare una linea di make up e maschere per capelli totalmente bio pensata appositamente per i più giovani affinché possano adottare uno stile di vita che guarda verso il futuro, che possa rispettare la propria salute, quella del pianeta e quella degli animali.

Mi piacerebbe realizzare il sogno nel cassetto che coltivo fin da bambina: scrivere e pubblicare un romanzo in cui possano riconoscersi anime affini alla mia, che hanno la sensazione di vivere in un’epoca sbagliata, che si sentono “diversi” in un mondo che non sa smettere di volerci tutti uguali.
