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Tingere i Capelli con il Guado: Segreti e Consigli

Cari lettori, vi invito a sedervi comodi e prepararvi a un viaggio straordinario nel regno del Guado (Isatis tinctoria, per gli amici botanici), una pianta che non solo ha il potere di tingere i vostri capelli di una splendida gamma di blu, ma porta con sé storie, misteri e qualche battuta per alleggerire il cammino.

Che cos’è il Guado?

Prima di addentrarci nei segreti più oscuri (o dovrei dire, più blu?) del Guado, permettetemi di presentarvi la nostra star. Isatis tinctoria, questo il suo nome di battesimo, è una pianta con una ricca storia alle spalle, celebre per il suo pigmento blu che ha tinteggiato di magia tessuti e chiome per secoli. E sì, è 100% naturale, niente trucchi da prestigiatore qui!

Come si prepara il Guado?

È una ricetta che richiede pazienza, un po’ come aspettare che il caffè si freddi senza berlo subito – una vera prova di forza!

  • Iniziamo con il primo incantesimo: prendete la polvere di guado e trattatela come se fosse una zuppa speciale. Aggiungete acqua calda, ma non bollente, come se steste cercando di non svegliare un drago addormentato. Poi, lasciate riposare la pozione per circa 8 ore, perché anche la magia ha bisogno del suo tempo.
  • Ma ecco la parte che vi farà sbellicare: dopo l’attesa, dovrete congelare il tutto. Sì, avete capito bene. Congelare! Come se il guado avesse bisogno di un sonnellino nel regno di Frozen. E non una volta, ma più volte. È un po’ come dire, “Ti ghiaccio, ti scongelo, ti righiaccio” – un valzer per pigmenti!
  • Dopo aver ballato con il freezer, è ora di svegliare il guado con un pizzico di bicarbonato, perché anche le pozioni amano una buona effervescenza. Ora, unite un cucchiaio di Lawsonia, perché senza di essa, il guado si rifiuta di lavorare. Un po’ come me senza il mio caffè mattutino. E ovviamente aggiungete anche l’Indigo. Entrambe queste polveri devono essere preparate a parte, in ciotole differenti.

Il Guado è sempre 100% naturale?

Cari lettori, anche nei regni più incantati, esistono piccole insidie nascoste tra le pagine di un libro di incantesimi o, in questo caso, nell’INCI dei prodotti che acquistiamo.

Ora, prima di immergerci in pozioni e polveri, lasciatemi raccontarvi un segreto sussurrato dagli alberi e dai venti: il Guado, nonostante la sua aura di purezza, può nascondere un piccolo, malizioso intruso chiamato Parafenilendiammina (PPD). Ah, il PPD! Un folletto dispettoso che, mentre promette colori più intensi in tempi record, può trasformarsi in un nemico astuto per coloro tra noi con una predisposizione alle allergie – mi includo in questa lista, come qualcuno che starnutisce al solo pensiero.

Questo colorante sintetico, che si intrufola nelle nostre pozioni di Indigo come un gatto furtivo in una notte buia, è lo stesso che troviamo nelle tinture sintetiche, quelle che promettono meraviglie ma a volte lasciano ricordi pruriginosi. In etichetta, il PPD si nasconde sotto l’alias di Paraphenylenediamine, un nome così complesso che potrebbe benissimo essere un incantesimo da pronunciare tre volte di fronte allo specchio.

Dunque, miei coraggiosi esploratori del colore, mentre vi avventurate nella foresta incantata dei prodotti per capelli, armatevi di lente d’ingrandimento e scrutate con occhio critico l’INCI dei vostri elisir di guado.

Capelli puliti o sporchi? Come si applica il Guado?

Ah, la grande questione che divide regni e corti: applicare il magico guado su capelli puliti o sporchi? Fate largo, perché sto per svelarvi il segreto meglio custodito dai maghi della tinta e dai druidi del colore.

Immaginate di prepararvi per un grande ballo nel regno, dove la vostra chioma splendente sarà la vera protagonista. Ora, vi chiedereste mai se indossare l’abito sopra l’armatura o direttamente sulla pelle? Ovviamente, optereste per la seconda opzione, a meno che non vogliate sembrare un cavaliere in difficoltà piuttosto che la stella della serata.

Ecco, amici miei, quando si tratta di applicare il guado, la situazione è simile. Questo elisir di bellezza richiede un accesso diretto alla fibra del vostro capello, un invito personale alla vostra chioma, se vogliamo dirla tutta. Applicarlo su capelli sporchi è come cercare di conquistare il cuore di un principe con una lettera d’amore consegnata da un drago bavoso: poco efficace e decisamente meno romantico.

Pulire i capelli prima dell’applicazione del guado è quindi essenziale. Rimuovere lo sporco e il sebo significa preparare il palcoscenico per una performance da sogno, dove ogni filo di capello diventa una tela pronta ad accogliere la magia del colore. Pensateci: volete davvero che la vostra avventura cromatica sia ostacolata da intrusi come residui di prodotti styling o il ricordo di una battaglia contro l’umidità?

Bisogna necessariamente avvolgere i capelli con Le erbe tintorie nella pellicola?

Qui, nel nostro regno, c’è una questione che pone gli abitanti di fronte a un bivio: avvolgere o non avvolgere i capelli con le erbe tintorie nella pellicola trasparente? E io, come vostra guida in questa avventura cromatica, vi dico: sì, per l’amor del cielo, sì!

Immaginatevi come nobili alchimisti al lavoro sui vostri potenti intrugli, dove l’henné e le sue compagne erboristiche sono i vostri fedeli alleati. Ora, perché mai vorreste che questi preziosi alleati si trasformino in nemici, rendendo i vostri capelli duri come le mura di un castello assediato? La pellicola, miei cari, è il vostro scudo magico, quello che tiene a bada la minaccia di una chioma petrificata.

E poi, chi di voi vorrebbe trasformare il proprio bagno in un campo di battaglia, con macchie di henné come scudi abbandonati ovunque? Nessuno, presumo! Avvolgere i capelli nella pellicola trasparente è il trucco per evitare disastri da “ho provato a fare l’alchimista ma ho finito per dipingere la stanza”. È un po’ come indossare l’armatura prima di andare in battaglia: essenziale.

Ma non finisce qui, perché sulla pellicola trasparente dovete poi avvolgere un asciugamano o indossare un cappello di lana degno di un mago, o utilizzare una cuffia riscaldabile che sembra uscita direttamente da un incantesimo di calore. Questo, miei valorosi cavalieri della colorazione, è il segreto per mantenere il vostro elisir magico caldo e accogliente, pronto a tingere i vostri capelli come si deve, trasformandoli in drappi regali pieni di colore e splendore.

Quanto tempo deve rimanere in posa il Guado?

La regola aurea, miei coraggiosi compagni di avventura capillare, è un minimo di 2 ore. Sì, proprio così: due intere ore. Ora, so cosa state pensando. “Due ore? Ma in due ore potrei guardare l’intera prima stagione di ‘Il mago della tintura rapida’ su Netflix!” O forse, “In due ore, potrei imparare a parlare l’elfico!” o anche “Potrei correre una maratona… beh, almeno una parte di essa.”

Ma lasciate che vi dica, nobili cercatori di bellezza, che queste due ore sono il vostro biglietto d’oro per il regno dei capelli meravigliosamente tinti. Vedetelo come un rituale magico, un’offerta di tempo al dio della colorazione naturale, che ricompensa i pazienti e i coraggiosi con capelli così radiosi da far invidia persino agli unicorni.

Durante queste due ore, potete meditare sul significato profondo della vita, o su come la vostra prossima tintura possa cambiare il corso del destino. Oppure, potreste semplicemente approfittare di questo tempo per pianificare il vostro prossimo look magico, mentre il Guado lavora silenziosamente, intrecciando il suo incantesimo sui vostri capelli.

Dopo bisogna risciacquare con lo shampoo?

Dopo aver viaggiato attraverso le due ore di posa del nostro fedele alleato, il Guado, vi troverete di fronte a un bivio mistico: procedere al risciacquo. “Ma oh saggio narratore,” direte, “dobbiamo usare lo shampoo in questo sacro rituale di purificazione?” E io, con un sorriso enigmatico e un cenno sapiente, vi risponderò: “No, giovani cercatori di verità.”

Vedete, l’uso dello shampoo dopo aver applicato l’incantesimo del Guado è come chiedere a un drago di custodire il vostro tesoro solo per poi spaventarlo con un fiammifero. Potrebbe sembrare una buona idea all’inizio, ma è fondamentalmente superfluo e potrebbe annullare parte della magia appena tessuta. Tuttavia, in rari casi, qualora l’impasto si dimostri più tenace di un goblin su un tesoro, potete ricorrere al misterioso rito del Co-Wash, un approccio tanto gentile quanto efficace per liberare i vostri capelli dalle grinfie dell’impasto residuo.

Ma ecco il vero segreto che vi trasmetto, amici miei: il risciacquo acido. Ah, sì, non si tratta di una pozione amara o di un sortilegio maledetto, ma di un tocco finale che sigillerà la magia, lasciando i vostri capelli lucenti, morbidi e pronti a sfidare streghe e maghi con la loro splendida lucentezza. Questo rito antico, che utilizza l’essenza di aceto o limone diluito con acqua, è come offrire ai vostri capelli un calice di nettare degli dei, riequilibrando il loro pH e donando loro un’aura di luce che nemmeno la luna piena potrebbe eguagliare.

Che cos’è il risciacquo acido?

Avventuriamoci, ora, nel misterioso regno del risciacquo acido, un rituale tanto affascinante quanto efficace, che potrebbe far storcere il naso ai meno coraggiosi al solo pensiero. Ma non temete, miei arditi avventurieri, poiché io sono qui per guidarvi attraverso questa pozione senza che vi trasformiate in un’insalata condita!

Il risciacquo acido, miei cari, non è l’ultima moda nei cocktail di corte, ma un antico incantesimo per la chioma, capace di donare ai vostri capelli una lucentezza da far invidia al sole stesso. “E come si prepara questa mistica soluzione?” vi chiederete con occhi scintillanti di curiosità. Semplice! Prendete un po’ di aceto di mele o qualche goccia di limone, e diluitelo in un calderone (o, per i meno teatrali, in una semplice brocca d’acqua). E voilà, la magia è pronta per essere invocata!

Ora, so cosa state pensando: “Ma non rischio di uscire da questa avventura profumando come un’insalata caprese in piena estate?” Ah, miei coraggiosi compagni, lasciate che i vostri timori svaniscano come nebbia al sole! Una volta che i vostri capelli saranno asciutti, l’unico aroma che vi accompagnerà sarà quello del successo (e forse un leggero, invidiabile luccichio).

La vera magia del risciacquo acido, però, risiede nella sua capacità di far chiudere le squame dei capelli, trasformandoli in scudi lucenti pronti a riflettere la luce e le ombre di questo mondo. I vostri capelli non solo brilleranno di una luce nuova, ma vi faranno camminare con l’aria di chi ha appena svelato i segreti dell’universo – o almeno di chi ha trovato un nuovo, brillante modo di prendersi cura della propria chioma.

Che cos’è il doppio passaggio? In quali casi bisogna farlo?

Ebbene sì, il doppio passaggio non è un’antica danza rituale né l’ultimo trend di ballo, ma una tecnica sacra per i devoti dell’henné, quella Lawsonia Inermis che si lega alla vostra chioma con la determinazione di un eroe epico. “Ma come funziona questa magia?” vi chiederete con occhi scintillanti di curiosità.

Iniziamo con un impacco post-shampoo di solo Lawsonia, l’unico verde capace di tingersi di rosso, che avvolge i vostri capelli in un abbraccio così stretto da non volersi più staccare. Questo incantesimo deve riposare sulla vostra testa per un tempo che varia tra un’ora e un’ora e mezza, durante il quale potreste leggere un libro o semplicemente ammirare la vostra trasformazione nello specchio.

Ma la vera alchimia avviene con il secondo incantesimo, quando vogliamo che i nostri capelli brillino di un nero-blu profondo come la notte. Qui uniamo l’indigo e il guado, i fedeli compagni della Lawsonia, e lasciamo che questa pozione magica lavori per due ore, creando un effetto stregato.

E ora, cari seguaci del percorso erboristico, vi chiederete: “E perché mai dovrei sottopormi a questo doppio rituale magico?” Ah, il doppio passaggio è per coloro che cercano una trasformazione radicale, che vogliono passare dalle tenebre delle tinte chimiche alla luce pura dell’henné, o per quelli tra voi che desiderano coprire i capelli bianchi con l’arte e la magia, non con la chimica sintetica.

Ma ricordate, giovani maghi e streghe dei capelli, questa è una magia che richiede rispetto e dedizione, per non parlare di una buona dose di pazienza. Non avventuratevi nel rituale del doppio passaggio se avete recentemente danzato con le tinte chimiche o flirtato con la decolorazione; l’henné è un amante geloso che non tollera rivali.

Nelle volte successive alla prima bisogna fare il doppio passaggio?

Ecco la verità, amici miei, così semplice che quasi mi fa ridere: se i vostri capelli sono bianchi come la neve in una giornata invernale, allora sì, il doppio passaggio è il vostro destino, un rituale che dovrete abbracciare come un vecchio amico.

Ma se, invece, la vostra chioma non è un faro di luce nella notte e i capelli bianchi non hanno ancora preso il sopravvento, potete rilassarvi un po’. In questo caso, la vostra pozione magica può essere un po’ meno intensa, mescolando una modesta quantità di Lawsonia con le vostre erbe tintorie preferite, come l’Indigo o il nostro amico il Guado.

Sì, avete capito bene: le prime volte nel mondo incantato dell’henné, il doppio passaggio è quasi come un rito di iniziazione, un modo per dimostrare il vostro valore e la vostra dedizione alla causa dei capelli naturalmente meravigliosi. Ma una volta che avete guadagnato i vostri galloni, potete adattare l’incantesimo alle vostre esigenze.

Utilizzando il Guado otterrò fin da subito il colore desiderato?

Una volta aperta la scatola magica del Guado, molti di voi si chiederanno: “Oh, nobile Guado, svelerai fin da subito il colore dei miei sogni?” E qui, amici miei, è dove la storia prende una piega inaspettata. Vedete, il Guado è un po’ come un appuntamento al buio con un personaggio misterioso: potreste innamorarvi all’istante o avere bisogno di un po’ di tempo per scaldarvi.

Dal primo magico incontro con il Guado, non aspettatevi che sveli immediatamente tutti i suoi segreti cromatici. Oh no, questo eroe delle erbe ama il mistero e preferisce giocare un po’ prima di rivelare il suo vero splendore. Potrebbe essere necessario invitarlo a uscire più volte, una volta a settimana all’inizio, per poi diradare gli incontri a ogni quindici giorni e, infine, stabilirsi su una dolce routine mensile.

Ma attenzione, cari amanti del colore naturale, mentre vi godete questi appuntamenti ravvicinati con il Guado, ricordate che anche l’amore più puro può avere le sue sfide. Applicare il Guado troppo spesso può irritare il vostro cuoio capelluto delicato e mettere a dura prova la resistenza dei vostri capelli, proprio come invitare a cena la stessa persona ogni sera potrebbe alla fine stancarvi.

Quali sono le proprietà del Guado?

Prima di tutto, il Guado è come quel supereroe sottovalutato dei fumetti che ha il superpotere di trasformare la cute grassa in qualcosa di magnifico. Se il vostro cuoio capelluto produce più olio di una piccola olivaia, il Guado arriva al volo, cappa in spalla, pronto a regolarizzare la situazione senza fare troppo rumore. Ah, l’umiltà di un sebo-regolatore!

Ma non finisce qui. Questo non è solo un racconto di come tenere a bada il sebo; è una storia di splendore e volume. I capelli dopo il Guado non sono solo capelli; sono come fili di seta illuminati dalla luce di mille soli. Lucenti? Più che lucenti, direi che sfidano le leggi della fisica con il loro bagliore.

E per coloro che combattono contro il temibile drago della forfora e il mostro del crespo, il Guado è l’alleato che non sapevate di avere. Con un solo gesto della sua bacchetta magica (o dovremmo dire, stelo?), manda in fuga la forfora e appiana il crespo come se stesse stirando i vestiti per un appuntamento galante.

Quindi, cari lettori, se cercate un racconto con un lieto fine per i vostri capelli, non cercate oltre. Il Guado non è solo una pianta; è un eroe, un mago, un amico fidato nella lotta per la bellezza capillare. E se pensate che stia esagerando, beh, provate e vedrete che ogni parola di questa storia incantata è pura verità. Fidatevi di me; io e il Guado siamo vecchi amici.

Possono esserci delle controindicazioni?

Viaggiamo ora nel regno spesso trascurato delle controindicazioni, lasciate che vi narri la saga del patch test, un rito antico quanto necessario per chiunque si avventuri nel mondo degli intrugli magici per capelli, come il nostro amato Guado.

Immaginate di essere dei valorosi cavalieri o delle intrepide dame pronte ad andare in battaglia con la vostra nuova armatura luccicante di Guado. Ma aspettate, prima di cavalcare verso l’orizzonte, c’è un piccolo, insignificante, quasi irrilevante dettaglio da considerare: l’allergia. Sì, miei coraggiosi avventurieri, anche nel più incantevole dei giardini può nascondersi un’insidiosa ortica.

Ecco perché, prima di ungervi da capo a piedi con il nostro elisir, è saggezza antica e pur sempre attuale fare ciò che nel regno della cosmetica naturale è noto come il “patch test” o, per i meno avvezzi ai termini arcani, il “test del cerotto“. Una pratica che consiste nel stendere una piccola quantità del nostro magico composto su un angolo remoto della vostra pelle, meglio se sul braccio, e attendere 48 ore. Un rituale che richiede pazienza, sì, ma meglio aspettare che trasformarsi in un pomodoro ambulante, non credete?

Se, dopo questo periodo di attesa, vi ritrovate con un braccio che sembra avere preso il sole troppo a lungo o avvertite un mal di testa che vi fa rimpiangere quella volta che avete pensato fosse una buona idea partecipare alla maratona del villaggio dopo una serata alquanto… festosa, allora mi dispiace dirlo, ma siete probabilmente allergici al Guado.

E così, miei coraggiosi lettori, si conclude il nostro viaggio nel meraviglioso mondo del Guado. Ricordate: la magia è ovunque, ma soprattutto nei vostri capelli. E se qualcosa va storto, potete sempre dire che era parte del costume per la vostra prossima festa a tema medievale. Buona tintura!

Un abbraccio, Veronica.

Sapevi che ho scritto un libro a riguardo?

Ah, miei cari lettori, preparatevi a intraprendere una delle più strabilianti avventure nel regno della colorazione naturale dei capelli, perché vi rivelo un segreto che potrebbe benissimo cambiare il corso della vostra esistenza capillare: ho scritto un libro!

Sì, avete letto bene. Mentre ero seduta sul mio trono di flaconi di shampoo vuoti, circondata da una corte di fedeli seguaci dell’henné e armata della mia penna magica (che, tra noi, si inceppa meno di quanto mi trasformi in una sirena), ho dato vita a “Tingo i capelli con l’erba, guida pratica all’uso dell’henné e delle erbe tintorie“. Non è il solito grimorio di incantesimi obsoleti, ma un manuale che trasformerà i vostri capelli più velocemente di quanto un unicorno possa dire “Arcobaleno!”.

Disponibile nei più esclusivi scrigni del sapere come Amazon, Feltrinelli, Mondadori, Rizzoli, e in altre librerie dove gli elfi e le fate della distribuzione si sono assicurati che anche il più remoto villaggio abbia accesso a questa perla di saggezza. E per coloro che amano l’odore della carta più di quanto Gandalf ami la sua pipa, gioite, perché è disponibile in formato cartaceo!

Così, se siete pronti a dire addio ai vostri giorni da semplici mortali con capelli noiosi e a salpare verso l’orizzonte dei capelli meravigliosamente tinti con l’henné, questo libro è il vostro primo passo verso l’immortalità capillare. O almeno, verso una chioma così luminosa da far invidia alla corona di Re Artù. E ricordate, ogni volta che aprirete il mio libro, un folletto della colorazione naturale riceverà le sue ali. O era una strega? Beh, in ogni caso, buona lettura!

Voglio aggiungere una pergamena in più al nostro baule del tesoro: I contenuti di questo blog sono migliorati nella forma e struttura attraverso l’uso di strumenti di intelligenza artificiale. Tuttavia, assicuro che le informazioni, le idee e la creatività presentate rimangono frutto esclusivo del mio sapere e impegno personale. L’impiego dell’IA è finalizzato unicamente a rendere gli articoli più accessibili e piacevoli da leggere, senza compromettere la qualità e l’autenticità del contenuto. Benché io, Veronica, vi guiderò con la massima cura tra i meandri delle conoscenze antiche, è bene ricordare che anche il più esperto dei cartografi può tracciare una mappa con qualche piccola inesattezza. Le storie e i segreti che condivideremo potrebbero, nelle loro trame, nascondere qualche filo scucito: errori, inesattezze, o omissioni nei contenuti potrebbero intrufolarsi tra le righe come spiritelli dispettosi che amano fare birichinate. Considerate queste pagine come un’antica mappa del tesoro: precisa nella direzione, ma con il potenziale di qualche piccolo inganno. Ricordatevi che i consigli qui impartiti, pur essendo frutto di studi e passioni, non possono sostituire la saggezza di un moderno oracolo (leggi: professionista qualificato). Considerate dunque questo luogo come un scrigno pieno di ispirazioni e non come un manuale inerrante. È con spirito di condivisione e scoperta che vi offro queste pagine, incitandovi a usare il vostro discernimento e a ricercare, quando necessario, la bussola di un sapere più specifico. Grazie per la vostra attenzione e fiducia.

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